Consorzio di gestione di Torre Guaceto

Consorzio di Gestione di Torre Guaceto

  Registrazione EMASIII

Pesca artigianale professionale

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Lungo le coste mediterranee, la pesca artigianale è un'attività che impiega un considerevole numero di imbarcazioni e operatori, svolgendo un ruolo fondamentale dal punto di vista economico, sociale e storico-culturale. Per secoli la pesca artigianale è stata un'attività economica essenziale e uno dei pilastri della cultura mediterranea. A Torre Guaceto il Regolamento e il Disciplinare individuano i seguenti requisiti e regolamentazioni: 

  1. Residenza nel comune di Carovigno o di Brindisi; 
  2. Iscrizione alle imprese e alle cooperative di pesca aventi sede legale nella provincia di Brindisi; 
  3. Espletamento dell’attività mediante unità navale con stazza massima di 2 GT e potenza massima di 35 KW. 
  4. nella zona C è consentita la pesca professionale costiera locale, secondo normativa vigente, con rete da posta fissa tipo “tramaglio”, con lunghezza massima di 1000 m, altezza massima 1,5 metri e misura della maglia, ogni lato, da nodo a nodo, pari o superiore a 30 mm; il controllo della maglia viene effettuato considerando che 10 maglie devono misurare minimo 30 cm (+/- 2 cm come tolleranza). Tale misura di maglia va intesa come maglia 'minima'. All’estremità delle reti sono applicati segnali di colore giallo con inciso il numero di targa dell’imbarcazione. 
L’attività di pesca professionale è effettuata: 
  1. ad una batimetria non inferiore ai 10 metri; 
  2. mediante un’unica cala di rete per unità e per giorno di pescata; 
  3. dal 01 gennaio al 31 dicembre di ogni anno effettuando un turno di pescata alla settimana, per un totale di 52 pescate massime annuali per imbarcazione. Il turno di pescata può essere effettuato esclusivamente nella settimana di riferimento e in caso di non espletamento non può essere recuperato nelle settimane successive; 
  4. durante il turno settimanale di pescata trasportando sul mezzo nautico indicato esclusivamente la rete da utilizzare per l’attività in AMP e nessun altro attrezzo di pesca; 
  5. registrando l’attività di pesca settimanale attraverso il registro elettronico del Soggetto Gestore; 
  6. non sostando all’interno dell’area marina protetta con l’imbarcazione, salvo diverse disposizioni dell’ente gestore, dopo tale operazione. 
Allo stato attuale vi sono evidenze per affermare che lo sforzo di pesca totale applicato in questi anni sia stato probabilmente troppo intenso e che vi sia un serio rischio che le risorse si stiano depauperando. 
I dati recenti, infatti, tendono a mostrare che la composizione delle catture, le catture totali e la CPUE non sono più così differenti tra la zona C dell’AMP e l’esterno come lo erano anni fa. 
C’è da considerare che a cavallo tra il 2017 e il 2018, nell’ambito del progetto FishMPABlue 2, i pescatori autorizzati hanno già ridotto il loro sforzo di pesca di circa il 40%. È quindi possibile che prossimamente se ne vedano i risultati, mentre la diminuzione delle CPUE in AMP che si è constata nel 2018 può essere attribuita allo sforzo eccessivo del recente passato. 
Non si può escludere un possibile impatto di attività non autorizzate o illegali, ma in assenza di dati e/o altre evidenze non è possibile trarre alcuna conclusione su quest’ultimo aspetto.
Alla fine del 2020 è stato osservato da parte dei pescatori autorizzati un fermo pesca di 30 giorni. Il monitoraggio attualmente in corso determinerà l'effetto di questa misura.

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