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Cosa è un Contratto di Fiume

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La Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive) prefigura politiche sistemiche di riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee, finalizzate alla promozione e utilizzo di strumenti sussidiari di governance per attuare le politiche ambientali, individuando il bacino idrografico come la corretta unità di riferimento per il governo ed il risanamento delle acque e sancendo, tra l'altro, che il successo della Direttiva dipende da una stretta collaborazione e da un'azione coerente a livello locale della comunità e degli Stati membri, oltre che dall'informazione, dalla consultazione e dalla partecipazione dell'opinione pubblica, compresi gli utenti.

Gli obiettivi di qualità delle acque fissati nella Direttiva 2000/60/CE, in considerazione dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici e degli ecosistemi ambientali ad essi connessi, sempre più vulnerabili per una eccessiva antropizzazione, per la carenza di manutenzione e per gli impatti potenziali dei cambiamenti climatici, possono essere difficilmente raggiunti solo con interventi settoriali ed è, quindi, necessario ricorrere a strumenti di gestione integrata e partecipata tra le diverse istituzioni, sia di pari livello che di più livelli territoriali, e tra predette istituzioni ed i cittadini, loro associazioni o categorie.

I Piani di Gestione delle Acque e i Piani di Gestione del Rischio Alluvioni, cioè gli strumenti di pianificazione a livello di distretto previsti rispettivamente dalla già citata Direttiva “Acque” 2000/60/CE e dalla successiva Direttiva “Alluvioni” 2007/60/CE, prevedono misure finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dei Piani; in particolare, le misure Win Win, rappresentano azioni aggregate e sinergiche dei due Piani che pongono in relazione gli obiettivi di mitigazione del rischio di alluvione con quelli di salvaguardia e miglioramento della funzionalità ambientale dei corpi idrici, ma anche con gli obiettivi delle Direttive “Habitat” ed “Uccelli”.

I Contratti di fiume, inseriti nel Codice dell'Ambiente D. Lgs. 152/2006 all'articolo 68 bis (introdotto dall'art. 59 della L. 221/2015), "concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree".

I Contratti di Fiume rappresentano quindi uno strumento di programmazione negoziata e partecipata, secondo una logica bottom-up, avente il fine di riqualificare i territori di un determinato bacino idrografico o parte di esso con interventi multisettoriali e con il coinvolgimento su base volontaria, di tutti gli enti istituzionali ed i soggetti privati insistenti su un determinato bacino.

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