Il Consorzio di Gestione dell’AMP in relazione alle pressioni identificate e determinati gli impatti sull’AMP ha definito obiettivi, piani di miglioramento e indicatori di gestione.
L’applicazione del modello ISEA ha comportato la definizione di un piano di monitoraggio composto da set di indicatori catalogati secondo la tipologia di oggetto della misurazione (indicatori biofisici, socio-economici e di governance) e di risposta ottenuta (descrittivi, performance e efficacia).
Ogni elemento del modello concettuale (target di biodiversità, minaccia, strategia/azione) è analizzata e monitorata, attraverso tali indicatori. In questo modo si ha la possibilità di valutare costantemente le variazioni della significatività degli aspetti ambientali. In ogni target è inoltre definito uno specifico indicatore di traguardo finalizzato a misurare il raggiungimento dello stesso.
Gli obiettivi qualificati come prioritari per il Consorzio, in relazione al livello di significatività delle pressioni identificate sono dettagliati nel Capitolo 5 - Obiettivi e programmi ambientali della Dichiarazione Ambientale 2020.
Vista la particolare natura dell’organizzazione registrata e considerate le modifiche intervenute con il REG. UE 2018/2026, che ha aggiornato gli “Indicatori chiave di prestazione ambientale” nell’All. IV del Reg. EMAS III, precisando che l’organizzazione può valutare la pertinenza degli indicatori nel contesto dei propri aspetti e impatti ambientali significativi e se ritiene che uno o più indicatori chiave non siano correlati ai propri aspetti e impatti ambientali significativi, può non riferire in merito ai predetti indicatori chiave.
Visto l’inserimento fra gli indicatori di quello relativo all' ”uso del suolo in relazione alla biodiversità”, si è ritenuto di anticipare l’applicazione delle nuove regole comunitarie sin dall'aggiornamento 2019 della DA e di valorizzare l’indicatore chiave dell’ ”uso del suolo in relazione alla biodiversità” diversamente da quelli relativi a consumi energetici (esercizio delle attività amministrative e di fruizione uffici) e produzione rifiuti (utilizzo servizi igienici in area attrezzata) che risultano avere sia un valore di significatività sia un rischio basso oltre che un’assenza di incidenza positiva nella gestione dell’AMP.
Pertanto, in accordo con quanto definito nel Regolamento EMAS III come modificato, l’aggiornamento dei dati ambientali si concentra da quest’anno sull'indicatore chiave relativo all’ ”uso del suolo in relazione alla biodiversità”, rimandando al piano di monitoraggio la valutazione dello stato di conservazione degli ambienti e specie naturali presenti nell’AMP e dell’incidenza delle minacce sugli stessi.
Come previsto dal regolamento gli indicatori chiave si compongono di due dati: un dato A che indica consumo/produzione totali annui in un settore definito; un dato B che indica un valore annuo di riferimento che rappresenta le attività dell'organizzazione. Per quanto riguarda il dato A, nel caso di specie, corrisponde alle forme di uso del suolo in relazione alla biodiversità, espresso in unità di superficie. Mentre per quanto riguarda il dato B, è un valore che consente una corretta descrizione delle prestazioni ambientali dell'organizzazione, tenendo conto delle specificità e delle attività dell'organizzazione. Il dato A registra i seguenti valori:
Ai fini della determinazione degli indicatori chiave, si terrà conto, quale dato A, solo del valore della superficie totale orientata alla natura nel sito, in considerazione della sensibilità della stessa alle pressioni e vista la specificità dell’Organizzazione registrata. Il dato B è composto da quattro valori relativi e direttamente correlati alle principali minacce:
I valori registrati per il dato B, relativamente al periodo 2016-2020 e il primo semestre 2021 sono i seguenti:
Gli indicatori chiave R, pertanto, sono dati dal rapporto tra superficie totale orientata alla natura nel sito (A) e i valori relativi al dato B sopra riportati: