Consorzio di gestione di Torre Guaceto

Consorzio di Gestione di Torre Guaceto

L'Ente Gestore

Zonizzazione dell'Area Marina Protetta

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L'Area Marina Protetta (AMP) di Torre Guaceto si estende per circa 2.200 ha fino alla linea batimetrica dei 50 m, interessando un tratto di costa di 8 Km, compreso tra Punta Penna Grossa e gli scogli di Apani.

I punti di delimitazione esterna dell’AMP sono:

  • A: latitudine 40°45'24'' Nord: longitudine 17°46'04'' Est
  • B: latitudine 40°43'15'' Nord: longitudine 17°50'56'' Est
  • C: latitudine 40°41'44'' Nord: longitudine 17°49'36'' Est
  • D: latitudine 40°43'24'' Nord: longitudine 17°46'00'' Est.

L’area marina protetta è suddivisa in tre zone con diverso grado di tutela:

ZONA A, di RISERVA INTEGRALE, in cui è proibita la navigazione, l'accesso, l'approdo e la sosta di navi e natanti di qualsiasi genere e tipo, ad eccezione di quelli debitamente autorizzati dall'Ente gestore per motivi di servizio nonché per eventuali attività di ricerca scientifica e di visite guidata, precedentemente autorizzate dallo stesso ente gestore. Nell’AMP di Torre Guaceto sono presenti due zone A dove, dunque, è proibita qualsiasi attività antropica, che possa arrecare danno o disturbo all'ambiente marino perché tale zona rappresenta la “core area” dell’AMP.

ZONA B, di RISERVA GENERALE, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'Ente gestore, oltre alle attività previste per la Zona A, una serie di attività che permettono la fruizione e l’uso sostenibile dell'ambiente. Nella zona B la balneazione è consentita la balneazione dall'alba al tramonto.

ZONA C, di RISERVA PARZIALE, rappresenta la fascia tampone (buffer) tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'AMP; in tale zona ricade la maggior parte dell’estensione dell’AMP. In tale zona è possibile svolgere, oltre alle attività possibili nella zona A e B, anche le attività di pesca e la navigazione. Le attività sopraelencate sono normate dal decreto istitutivo e dal disciplinare provvisorio. La presenza di una zona buffer permette che tale area di transizione faccia da filtro e da mitigatore dei processi di disturbo.

Di seguito la mappa interattiva

Il Consorzio di Gestione

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INSERIRE LINK o Le finalità del Consorzio di Gestione o La politica ambientale o Energia, Rifiuti ed Informazione Ambientale, la politica del Consorzio

Decreti istitutivi e regolamenti

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Il quadro normativo di Torre Guaceto

Le prime azioni a tutela di Torre Guaceto risalgono al 1970 quando la marchesa Luisa Romanazzi Carducci dalla sua entrata nel direttivo nazionale del W.W.F. Italia, fece sì che l’associazione prendesse a cuore questo territorio.

Sventati negli anni successivi ipotesi di realizzazione di una centrale nucleare e di una lottizzazione a fini turistici, il 18 maggio 1981 il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, visto il decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 1976 recepente la convenzione internazionale di Ramsar del 2 febbraio 197, dichiara Torre Guaceto zona umida di interesse internazionale.

Nel 1987 il W.W.F. Italia, su incarico del Ministero della Marina Mercantile, realizza il piano di fattibilità per l’istituzione di una riserva marina a Torre Guaceto che diventa realtà il 4 dicembre 1991 con decreto ministeriale dello stesso ministero. L’area marina protetta è affidata alla Capitaneria di Porto di Brindisi che svolge in quegli anni un prezioso lavoro di tutela del territorio.

Nell’ambito del programma comunitario “Natura 2000” e del relativo programma italiano “Bioitaly”, la Regione Puglia ai sensi della Dir. 92/43 CEE “Habitat” propone Torre Guaceto come Sito d’Importanza Comunitaria (pSIC) denominandolo Torre Guaceto Macchia San Giovanni (sigla IT9140005). Sempre la Regione Puglia individua la zona umida di Torre Guaceto come Zona di Protezione Speciale (ZPS) (sigla IT9140008) ai sensi della Dir. 79/409 CEE “Uccelli”.

Per quanto sopra detto il Ministero dell’Ambiente con Decreto Ministeriale del 4 febbraio 2000 istituisce la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto. Il decreto istitutivo individua all’art. 4 l’organismo di gestione in un consorzio misto fra l’Amministrazione comunale di Brindisi, l’Amministrazione comunale di Carovigno e l’associazione protezionistica senza fini di lucro World Wildlife Italia-W.W.F. Italia. Sempre nello stesso articolo il decreto individua nello stesso Consorzio l’organismo di gestione della riserva naturale marina di Torre Guaceto.

Zonizzazione della Riserva Naturale dello Stato

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La Riserva Naturale dello Stato si estende per 1.116 ha, per uno sviluppo costiero di 8km.
La zonizzazione della Riserva è frutto di un’analisi multiscalare e spaziale delle risultanze degli studi di settore.
I diversi studi hanno evidenziato la presenza nel territorio della riserva di emergenze naturalistiche , caratterizzate da specifiche vulnerabilità, che necessitano di diversi gradi di protezione.
La legge individua quattro zone, Zona A Riserva integrale, Zona B Riserva generale orientata, Zona C di protezione, Zona D aree di promozione economica e sociale.
L’individuazione delle quattro zone si basa sul diverso grado di naturalità del territorio e sui conseguenti diversi obbiettivi di gestione, permanendo per tutte le zone la finalità primaria della conservazione.
L’utilizzo di tale nomenclatura si è anche reso necessario per uniformarsi a quanto già in applicazione nella Riserva Marina, in modo da non creare una sovrapposizione di diciture che avrebbero potuto creare confusione.

Zona A

Si tratta di zone ad elevata naturalità con elevato valore scientifico e paesaggistico in cui l’obbiettivo primario è la conservazione di tipo integrale con una bassa interferenza da parte dell’uomo. Le aree in questione si sviluppano per una estensione complessiva di 36,9 ettari. Principali obiettivi di gestione sono: conservazione di tipo integrale; attività di ricerca e monitoraggio scientifico dei processi ecologici in un’area a tutela integrale; attività di educazione ambientale. All'interno di queste zone è consentita l'attività di ricerca e monitoraggio scientifico e le attività di educazione ambientale, previa autorizzazione dell'Ente Gestore. E' assolutamente vietato l'accesso a mezzi e persone senza specifica autorizzazione, salvo per gli organi di controllo, pubblica sicurezza e pubblico soccorso o quanto diversamente autorizzato dall'Ente Gestore

Zona B

Si tratta di zone caratterizzate da ambienti poco modificati dall’azione dell’uomo, quindi con elevato valore ambientale. Le aree in questione si sviluppano per una estensione complessiva di 144,9 ettari. Principali obiettivi di gestione sono: conservazione e il miglioramento delle caratteristiche naturali degli habitat presenti attraverso interventi di ingegneria naturalistica; attività di ricerca e monitoraggio scientifico; attività di educazione ambientale. All'interno di queste zone è consentita l'attività di ricerca e monitoraggio scientifico e le attività di educazione ambientale, previa autorizzazione dell'Ente Gestore e realizzare interventi di restauro conservativo, senza aumento di volumetria, senza modifiche dei prospetti e delle superfici utili. E' assolutamente vietato l'accesso a mezzi e persone dal tramonto all'alba e l'accesso con mezzi motorizzati e attrezzature munite di motore a scoppio per l'intero arco della giornata, salvo per gli organi di controllo, pubblica sicurezza e pubblico soccorso o quanto diversamente autorizzato dall'Ente Gestore. E' vietato altresì proddurre emissioni sonore e luminose tali da arrecare disturbo alla fauna.

Zona C

Si tratta di zone caratterizzate da ambienti modificati dall’azione dell’uomo. Le aree in questione si sviluppano per una estensione complessiva di 134,8 ettari. Principali obiettivi di gestione sono: ripristino della naturalità; attività di ricerca e monitoraggio scientifico; attività agricola tradizionale, limitatamente alle aree attualmente coltivate; attività didattico-turistica.

Zona D

Si tratta di zone caratterizzate da ambienti ampiamente modificati dall’azione dell’uomo in cui sono promossi e conservati i processi di integrazione tra ambiente naturale e attività umane. Le aree in questione si sviluppano per una estensione complessiva di 766,1 ettari. La zona D è stata suddivisa in due sub aree la D1 con una superficie di 161.8 ettari costituita dall’habitat uliveto con esemplari secolari con basso valore ambientale e alto valore paesaggistico e la D2 con una superficie di 604.3 ettari. Principali obiettivi di gestione sono: aumento della connettività ecologica; attività di ricerca e monitoraggio scientifico; attività agricola tradizionale; promozione di attività agricola biologica; attività didattico-turistica.

Di seguito la mappa interattiva

 

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